L'intervista al direttore sportivo gialloverde rilasciata a La Sicilia
Dalla depressione all’euforia in meno di 24 ore. Una altalena di emozioni che rischia di provocare seri danni alle coronarie ad Enna ma anche questo è il bello dello sport. Dal possibile +3 sul Paternò secondo dopo l’1-1 di sabato a Leonforte, al +6 giunto la domenica pomeriggio in virtù del ko etneo a Modica.
Erano quasi tutti lì davanti ai telefonini sperando in buone nuove dalla città della Contea (tranne qualcuno che ha anche preferito rimanere a lavorare di domenica pur di non palpitare minuto dopo minuto…), come il direttore sportivo Giuseppe Restuccia. Quarto anno in gialloverde “Il periodo più importante della mia ancor breve carriera in questo ruolo – dice -, per una fase della stagione in cui occorre mantenere nervi saldi e piedi per terra. Lo avevo detto sabato pomeriggio al termine del nostro pareggio, l’ho ribadito anche dopo il ko del Paternò quando c’è stata comprensibile euforia per i tifosi. Noi però non dobbiamo farci condizionare, non abbiamo vinto ancora nulla. Sei punti di vantaggio sono importanti – aggiunge il ds – ma il calcio non è composto di frasi fatte e possono sempre capitare sorprese. Dunque il motto sarà: concentrati ancora di più da qui alle prossime settimane”.
Anche in queste due di sosta forzata tra feste pasquali e Torneo delle Regioni, dove l’Enna comunque non smetterà di lavorare: “Ma stiamo recuperando energie mentali che per forza di cose avevamo sprecato nell’ultimo periodo. Arriviamo da un filotto incredibile, c’è sempre pressione, è un anno importante e giocare per vincere tutte le domeniche non è facile. E’ come un fardello da portarsi dietro ogni settimana. “La squadra ha risposto bene, ci godiamo questo momento. Ci ritufferemo nel campionato per queste ultime settimane”.
Una grande amarezza, Restuccia in lacrime nel sottopassaggio del “Nicola De Simone” per come l’Enna aveva perso la finalissima play off contro il Siracusa ma la voglia di provare ad andare in D attraverso il ripescaggio presentato a Roma (“ma col senno di poi non l’avremmo mai presentata quella domanda”… si dicono tutti in società) che non ebbe l’esito sperato ad inizio agosto: “Un’altra mazzata – dice – un periodo che non auguro a nessuno: da un lato la società che era moralmente a pezzi, dall’altro la necessità di riallestire una squadra tutta nuova visto che stavamo preparando l’organico per una formazione di D. Tutto in pochi giorni”.