Chiunque accosti nei pressi della sua bancarella di fronte allo stadio "Gaeta" non si vuol esimere dall'offrirgli un caffè. Perché con la sua gentilezza e disponibilità, Angelo Giliberto non è diventato negli anni solo il venditore ambulante per eccellenza, dei cimeli dell'Enna. Ma un punto di riferimento perché il gialloverde gli scorre nelle vene.

“Da quando avevo 10 anni - racconta - . A novembre compirò 70 anni, quindi fatevi due conti da quando seguo l'Enna. Ho visto nascere e crescere qui tutto intorno al Gaeta. Entravo gratis perché aiutavamo il custode a tracciare il campo, poi facevamo i racchettapalle e siamo cresciuti con generazioni di calciatori”.

“Ci sono stati momenti belli e altri meno come è nella storia di ogni società. Negli anni ‘70 vincemmo il campionato ma l'annata memorabile rimane quella dell’89-90, quando andammo in C2. Allora facevo anche l'autista e il giorno della festa presi a spalla il presidente Bonasia (vedi foto sotto). Vendevo bandiere e con quello che guadagnavo sostenevo la squadra, lasciavo anche la famiglia pur di seguire l'Enna. Quello è stato il più bel campionato e lo stadio era sempre strapieno. Organizzavo caroselli, aspettavano me, qui in piazza Europa per iniziare a fare il giro per la città”.

Anche adesso, Angelo Giliberto è rimasto trainante. Con i suoi cimeli ma anche con oltre cento D fatte fare apposta e tappezzate in giro per la città: “Enna doveva avere una coreografia degna di un simile evento. Era da un po' che ci lavoravo, in barba alla scaramanzia”.

Una passione tramandata di padre in figlio “perché Giuseppe l'ho cresciuto assieme ai giocatori, a 6 mesi faceva la mascotte quando qui giocava Pietro Lo Monaco. Ora fa l'ultras perché anche lui ce l'ha nel sangue”.

Un sogno che si è realizzato, dunque, per Angelo Giliberto che oggi vive a Taormina ma “quando c'è l'Enna scappo…”. Come dire, al cuor non si comanda. 

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